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E' un piccolo comune articolato in due nuclei principali: il centro storico, arroccato su un pendio scosceso, a 334 metri d'altitudine, e il Lido, ovviamente sulla costa; parte del territorio di Sangineto ricade nel Parco Nazionale del Pollino. L'origine del centro collinare è antichissima, risale all'epoca della colonizzazione dell'Italia meridionale da parte degli Enotri. Per Stefano Bizantino, Grammatico greco, Sangineto coincide con l'antica Thyella, città degli Enotri nella quale abitarono i Focesi. L'insediamento urbano vero e proprio sembra sia nato ad opera di un gruppo di abitanti di Civitas, città distrutta dai longobardi della contea di Benevento intorno al 680, i quali scampati all'eccidio si rifugiarono intorno al castello in cerca di protezione; a questi nuclei si aggregarono successivamente i monaci basiliani in fuga dalla Sicilia. Durante la dominazione normanna ed angioina, la storia di Sangineto è strettamente legata alla famiglia dei Sangineto: tutti i loro possedimenti passarono prima alla famiglia dei Sanseverino, poi, agli inizi del XVII secolo, a quella dei Maiorana e nel secolo successivo a quella dei Firrao. Agli inizi del 1800 i francesi occuparono la cittadina ed emanarono provvedimenti volti a distruggere il sistema feudale, in gran parte annullati dalla successiva Restaurazione borbonica. Nel 1848 una spaventosa piena del torrente Sangineto, che attraversa il paese per tutta la sua lunghezza, aggravò la già precaria situazione economica caratterizzata da attività agricole poco redditizie. Ancora oggi viene ricordato l'evento con una processione. Molto suggestivo il centro storico con i suoi vicoli e le sue viuzze che si snodano tra i palazzi storici, le chiese, gli antichi monasteri e le torri ancora oggi ben visibili. L'unica strada di accesso si inerpica su una fiacca collina immersa nel verde per poi, alla fine, mostrare il piccolo borgo arroccato su un pendio scosceso in una posizione tanto peculiare da essere studiata da geologi e naturalisti. Sangineto conta oggi circa 1.400 abitanti detti “ sanginetesi”. Incerta l'origine del nome Sangineto: sembra derivi da una pianta, “cornus sanguinea”, chiamata in dialetto “sangiddritu”, oppure potrebbe derivare dal fitonimo latino *sang(u)inetum “luongo di ligustri” (cfr. Il calabrese Sàncinu, Sàngiunu 'ligustro'). Qualcuno, infine, lo riporta all’omonima famiglia, di origini normanne, che, estintasi in quella dei principi Sanseverino di Bisignano, ne conservò il possesso fino all’inizio del XVII secolo. Patrona del paese è la Madonna della Neve, festeggiata il 5 agosto, e alla quale è dedicata la Chiesa parrocchiale d’impianto trecentesco, rifatta nella seconda metà del Cinquecento, con portale gotico in pietra tufacea del XIV secolo, e al cui interno vi sono custodite argenterie varie e altre interessanti opere d’arte; la chiesa è una tra le tante testimonianze storico-architettoniche di Sangineto.

Castello del Principe: costruito per volontà dei Principi San Severino di Bisignano, nella seconda metà del XV secolo, in sostituzione del castello distrutto da un sisma. L'aspetto severo e austero conferma la funzione prettamente difensiva, venne infatti edificato a valle per controllare la foce del fiume Sangineto.

Chiesa di Santa Maria della Neve: è il più antico monumento liturgico del paese, risale al XII secolo. Nel 1567 – cosi come riportato sopra il portale d’ingresso – subì una ristrutturazione che occultò le sue linee gotiche. E' divisa in due navate, sui lati sono ubicate false arcate che ospitano delle nicchie contenenti statue lignee della metà del '700, gli affreschi sono del Cinquecento. Secondo la tradizione popolare il 24 gennaio del 1848 la Madonna salvò il paese da un diluvio, per questa ragione ogni anno il 24 e 25 gennaio si svolge una processione lungo tutte le vie del paese.

Convento di San Francesco: oggi ridotto a ruderi, venne costruito nel 1558 e inizialmente era dedicato a S. Maria della Pietà. Con la legge napoleonica del 1810 i beni del convento furono confiscati e venduti. Gli eventi sismici degli anni '80 trasformarono la già danneggiata struttura in un insieme di macerie. La chiesa, ubicata di fianco al convento, in seguito venne riaperta al culto e intitolata a San Francesco di Paola.

Palazzo Giunti: il complesso murario risale al XVII secolo, a seguito dei vari rifacimenti poco è rimasto della struttura originaria. Il palazzo fino al 1920 – come risulta da ricostruzioni storiche – ospitava al pian terreno un frantoio per la macinazione delle olive; al piano superiore l’ampio salone veniva utilizzato per le feste.

Palazzo Cammarella: costruito nel XVI secolo, si contraddistingue per il suo pregevole portale in pietra. Due imposte composte da 10 blocchi di pietra reggono i nove conci dell’arco a tutto sesto. La copertura dell’ampio atrio è a volta ed era ornata da dodici capitelli con 10 archetti pensili attualmente occultati.

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