Sangineto è un piccolo comune articolato in due nuclei principali: il centro storico, arroccato su un pendio scosceso, a 334 metri d'altitudine, e il Lido, ovviamente sulla costa; parte del suo territorio ricade nel Parco Nazionale del Pollino. L'origine del centro collinare è antichissima, risale all'epoca della colonizzazione dell'Italia meridionale da parte degli Enotri. Per lo storico Stefano Bizantino, Sangineto è l’erede dell'antica Thyella, città degli Enotri nella quale abitarono i Focesi. L'insediamento urbano vero e proprio sembra sia nato ad opera di un gruppo di abitanti di Civitas, città distrutta dai Longobardi intorno al 680, i quali scampati all'eccidio si rifugiarono intorno al castello in cerca di protezione; a questi si aggregarono successivamente i monaci basiliani in fuga dalla Sicilia. Durante le dominazioni normanna ed angioina, la storia di Sangineto è strettamente legata alla famiglia dei Sangineto, tutti i loro possedimenti passarono prima alla famiglia dei Sanseverino, poi agli inizi del XVII secolo, a quella dei Maiorana e nel secolo successivo a quella dei Firrao. Agli inizi del 1800, i francesi occuparono la cittadina ed emanarono provvedimenti volti a distruggere il sistema feudale. Sangineto ha un suggestivo centro storico, con vicoli e viuzze che si snodano tra palazzi storici, chiese, antichi monasteri e torri ancora oggi ben visibili. L'unica strada di accesso si inerpica su una collina immersa nel verde, che dopo una serie di tornanti panoramici, mostra il piccolo borgo arroccato su un pendio scosceso. Sangineto conta oggi circa 1.400 abitanti detti “sanginetèsi”. Incerta l'origine del nome Sangineto: sembra derivi da una pianta, “cornus sanguinea”, chiamata in dialetto “sangiddritu”, oppure potrebbe derivare dal fitonimo latino “sanguinetum luongo di ligustri”. Patrona del paese è Santa Maria della Neve, festeggiata il 5 agosto, mentre a fine settembre a Sangineto Lido, si festeggia San Michele Arcangelo. Una solenne processione in onore della Madonna del Rosario, il 24 ed il 25 gennaio, ricorda l’impetuoso diluvio che in quei due giorni del 1848 colpì Sangineto e che secondo la tradizione, terminò quando i fedeli decisero di portare in processione la statua della Madonna. A ridosso del centro storico, seguendo il tracciato che costeggia il fiume Vuglio si giunge ad una spettacolare cascata naturale, all’interno di una grotta, uno degli itinerari paesaggistici più apprezzati della Riviera dei Cedri.