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Buonvicino è un piccolo borgo rupestre affacciato sulla vallata del torrente Corvino e situato a 400 metri d'altitudine, di recente è stato inserito nell'elenco dei "Borghi più belli d'Italia", l'associazione dei comuni certificati per la loro bellezza e la qualità della vita. Nacque alla fine del 1200 dall’unione di tre villaggi: Salvato, Tripidone e Trigiano. I primi due casali di origine ellenica erano arroccati sulle pareti della rupe dello Stretto; a sud di Serra Pagano, nel territorio dell’attuale Belvedere Marittimo, sorgeva, invece, Trigiano. Tra i tre insediamenti ci furono continue faide. Solo quando l’imperatore Michele IV di Costantinopoli diede in privilegio le terre e i coloni di Trigiano a San Ciriaco, monaco basiliano nato e vissuto a Buonvicino nel X secolo, i rapporti tra le comunità cambiarono. I frati, infatti, concessero a tutti e tre i casali di coltivare e praticare il pascolo su quelle fertili terre. Nel corso degli anni, molti abitanti dei tre villaggi si trasferirono nei pressi del convento dando vita al nuovo borgo. Il  territorio di Buonvicino si estende lungo il crinale della Montea, tra il Pollino e il mar Tirreno, e costituisce una delle porte d’accesso alla zona sud del Parco Nazionale del Pollino. Le verdi vallate, le pareti rocciose modellate dalle acque, le piccole cascate, gli improvvisi dirupi e i canaloni (canyon) percorsi da sinuosi torrenti sono lo scenario incantato nel quale si snodano suggestivi itinerari. Simbolo dell’incontaminato territorio è il pino loricato (albero secolare dal fusto nodoso); la zona è, inoltre, ricca di frassini, cerri, aceri di montagna, noccioli, agrifogli e ginestre; crescono, inoltre, molte piante officinali come la belladonna, il lampone, l’ortica, il ginepro, il mirtillo, il finocchio e il vischio. La fauna è formata per lo più da caprioli, volpi, lepri, scoiattoli rossi, ghiri e dallo schivo lupo appenninico; è possibile ammirare l'aquila reale, la poiana e il falco pellegrino. Buonvicino conta circa 2.300 abitanti chiamati "buonvicinesi".  Il nome del paese potrebbe intendersi come "buon vicino", ma alcuni studiosi sostengono che si riferisca al nome di una famiglia calabrese “Bombaci” oppure al termine dialettale “bombaci”, lumaca. Patrono di Buonvicino è San Ciriaco e si festeggia ogni anno il 19 settembre (giorno della sua morte); la sua enorme statua in bronzo, alta 7 metri e situata sullo sperone roccioso, sovrasta il paese.

Museo Arti Gusto Buonvicino: conservare la memoria di un passato legato ad arti e mestieri, è nato per questo motivo il Museo Arti Gusto Buonvicino, noto anche con l'acronimo MAGB. I manufatti che testimoniano la storia e le tradizioni di questo territorio si riferiscono ad uno spazio temporale che va dal X secolo fino ai giorni nostri. L'esposizione è divisa in cinque sezioni: Archeologia, Arte Contemporanea, Arte Popolare, Cultura e Tradizione Contadina, Arte Sacra e Beni Ambientali.

Santuario Madonna della Neve: è ubicato ad un’altezza di 720 metri metri sul livello del mare, sul Monte della Neve. La chiesa fu costruita nel XVIII secolo, prima di tale data la Beata Vergine si venerava in un’altra chiesa, di cui oggi restano solo pochi ruderi, è stata dichiarata Santuario nel 1987, in occasione dell’anno santo mariano. Nel corso degli anni, per la devozione dei fedeli e l’interesse dei parroci di Buonvicino, la chiesa è stata ampliata, decorata e dotata di alcuni locali per l’abitazione del Rettore, ed è diventata meta di pellegrini, soprattutto in occasione della festa del 5 agosto. Dalla vetta del monte, dove è posto il Santuario, si gode un panorama unico, che spazia dal Golfo di Policastro alla Sicilia e sul verde riposante dei boschi della catena Appenninica.

Chiesa di San Ciriaco: edificata alla fine del 1500, custodisce una preziosa statua argenta del santo patrono, colonne a capitello bizantino, bassorilievi che rappresentano diversi frutti tra cui il cedro e numerosi affreschi, il più significativo è quello che raffigura il Santo con l'imperatore d’Oriente e la figlia Marina: gli storici riportano che Ciriaco fu convocato a Costantinopoli dall’imperatore Michele IV e lì guarì la figlia posseduta dal demonio.

Grotta di San Ciriaco: prima di entrare da cenobita nel monastero di S. Maria dei Padri, il giovane visse da anacoreta in una grotta a circa 2 Km dal paese, nei pressi del torrente Corvino. Tra il 1930 e il 1935, sopra la grotta fu costruita una piccola chiesetta, voluta fortemente dal sacerdote Ciriaco Liserre e dai fedeli, che numerosi la visitano in particolare il 19 settembre, giorno in cui si festeggia il Santo basiliano.

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