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Nacque come frazione marinara della vicina Aieta, solo nel 1928 Praia a Mare divenne comune autonomo. La lunga spiaggia, a tratti sabbiosa e ciottolosa, caratterizzata da faraglioni, scogli ed anfratti, trova la sua massima espressione con l’incantevole scogliera di Fiuzzi, di fronte la quale s'innalza la maestosa Isola di Dino. La presenza umana sul territorio risale al Paleolitico, numerosi strumenti litici sono stati portati alla luce nelle grotte del Monte Vingiolo, dov'è ubicato il Santuario della Madonna Della Grotta. Durante l'Alto Medioevo, nelle suddette grotte fu edificato il monastero di Sant'Elia dai basiliani, monaci che arrivarono dall'Oriente, per sfuggire alle persecuzioni iconoclaste. Intorno al monastero basiliano si svilupparono le prime abitazioni del villaggio, abitato da contadini e pescatori, che segnarono la nascita dell'attuale città. Con il boom turistico avvenuto negli anni '80 sono nate numerose strutture ricettive e moderni complessi residenziali; oggi Praia a Mare è un comune di circa settemila abitanti, detti "praiesi". L'etimologia del nome "Praia" è ancora oggi incerta, la località ha assunto nel tempo varie denominazioni: intorno al X secolo "Plaga Sclavorum" (Spiaggia degli Sclavoni) per la presenza di una grossa colonia di Slavi, inviati dall'Imperatore d'Oriente per contrastare il dominio dei Saraceni; poi “Plaga Sclavorum” (Spiaggia degli Schiavoni) in ricordo dei traffici di merci e di uomini che caratterizzò nell'antichità la costa; in tempi più recenti “Praia d'Aieta” (Spiaggia d'Aieta), fino a quando riacquistò la sua autonomia amministrativa. La patrona di Praia a Mare, che si festeggia ogni anno il 15 agosto, è la Madonna della Grotta. La mattina di Ferragosto, al termine della messa, la statua della Madonna lascia la grotta e viene portata in processione per le vie del paese fino alla chiesa del Sacro Cuore, nel pomeriggio viene imbarcata per la caratteristica processione a mare, seguita da imbarcazioni addobbate a festa; la giornata si conclude con i suggestivi fuochi pirotecnici.

Isola di Dino: emerge maestosa dai fondali di fronte Capo Arena, a sud dell'abitato, a circa 200 metri dalla costa, l'Isola di Dino è il simbolo di Praia a Mare ed è la più grande delle due uniche isole calabresi. Ha la forma di un enorme cetaceo ed è lunga circa 900 metri, con una superficie di 40 ettari; la parte superiore è quasi piatta con una larghezza massima di 400 metri, pareti calcaree rosso ruggine e con strapiombi di altezza variabile tra i 75 ed i 100 metri. Molto ricca è la flora e la fauna tipica della macchia mediterranea, si può trovare il mirtillo, il lentisco e diverse varietà di euforbiacee; restano, inoltre, pochi esemplari di conigli selvatici, il colombaccio, serpenti, lucertole e varie specie di coleotteri. Diverse le ipotesi sulle origini del nome. Potrebbe derivare dal termine greco “Dine” che significa vortice oppure dalla presenza di un piccolo tempio costruito dai Greci, dedicato per alcuni a Venere, dea dell'amore, per altri a Leucotea, dea protettrice dei naviganti o per altri ancora ai due Diòscuri, Castore e Polluce. Sulla punta occidentale dell’isola si erge una torre di origine normanna utilizzata un tempo come torre di avvistamento contro le numerose invasioni della costa. Costituita da rocce calcaree, è ricca di grotte naturali con stalattiti e stalagmiti; nei suoi fondali che arrivano fino a 45 metri cresce una foresta di coloratissime gorgonie. Il percorso migliore per vedere le sue grotte marine è circumnavigare l'isola seguendo la rotta est-nord–ovest, caratteristiche la Grotta delle Cascate, così chiamata per il rumore continuo delle acque che cadono, la rinomata Grotta Azzurra, che ricorda quella di Capri, e la Grotta del Leone, così detta per una roccia immersa nell'acqua che ha la forma di un leone accovacciato. Accessibile solo ai sub esperti è la Grotta Gargiulo, che si apre a 18 metri sotto la superficie del mare.

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Santuario della Madonna della Grotta: incastonato in tre cavità rocciose ai piedi del monte Vingiolo, a circa 90 mt. sul livello del mare, è raggiungibile salendo una rampa pavimentata con ciottoli di mare, da cui possibile ammirare l’intero Golfo di Policastro, lungo il percorso è possibile ammirare una serie di mosaici raffiguranti la Via Crucis. E' probabile che furono i monaci basiliani, arrivati in Calabria per sfuggire alla persecuzione iconoclasta sviluppatasi a Costantinopoli, a portare qui la statua della Madonna. La mancanza di notizie certe ha lasciato spazio alla leggenda, secondo la quale, nel XIV secolo un bastimento carico di merci si arrestò di fronte la costa praiese per un'improvvisa bonaccia, i marinai turchi attribuirono la causa di questo problema alla presenza sulla nave della statua della Madonna e decisero di gettarla in mare, ma il capitano, di fede cattolica, attraccò mettendo in salvo la statua lignea su un grande masso all'interno di una delle grotte del Monte Vingiolo. La statua, scoperta qualche giorno dopo da un pastorello, venne portata nella Chiesa di Aieta, ma il giorno dopo fu ritrovata sul masso dove il capitano l’aveva deposta. Nella prima grotta vi è il grande masso arrotondato sul quale nel 1326, secondo la leggenda, fu deposta la statua; superati 40 gradini e tre pianerottoli si entra nella grotta più grande, il pavimento è quasi sempre bagnato dal gocciolio che scende dalla volta, sul lato destro una cappella di colore bianco, fatta costruire dal vescovo Tiberio Casentino nel XVI secolo, sul cui altare è posta una statua marmorea della Madonna della Neve. Un'altra gradinata da accesso alla terza grotta, illuminata da un’apertura naturale, qui è stata costruita una cappella di forma rettangolare, sul fondo l’altare maggiore su cui è posta la statua della Madonna. All'esterno delle grotte sono stati edificati il campanile, il chiostro e la canonica. L'anniversario dell'Incoronazione della Madonna si celebra nella terza domenica di Maggio, mentre dal 15 al 18 Agosto la festa patronale ricorda e celebra l’arrivo della Madonna alle grotte del Monte Vingiolo avvenuto il 14 agosto del 1326. Suggestiva la processione a mare del 15 agosto, la statua della Madonna viene posta su una grande barca e seguita da altre barche prende il largo, gira intorno all’isola Dino e proseguendo lungo la costa approda sulla spiaggia in direzione del Santuario, accolta da fedeli e turisti continua la processione fino al Viale della Libertà, per sostare nella Chiesa del Sacro Cuore.

Museo Comunale: è a pochi passi dal Lungomare, in un edificio che ospitò agli inizi del 1900 un campo di aviazione e successivamente trasformato in plesso scolastico. Il percorso museale è diviso in diverse sezioni: archeologica, fotografica, arte contemporanea, conchiglie, cartoline d’artista, ceramica. La sezione archeologica ospita la mostra “Il cammino dell’uomo” che espone reperti litici e ceramiche provenienti soprattutto dalla grotta di Torre Nave (Tortora) e dalle grotte dov'è ubicato il Santuario. Opere nei diversi campi della sperimentazione artistica nella sezione di arte contemporanea, anche di arte sacra con dipinti in cui sono raffigurati i luoghi e le immagini che richiamano il Santuario. Particolare la sezione delle conchiglie che raccoglie 300 esemplari provenienti da tutti i mari del mondo collezionate da un appassionato romano ed in seguito donati al Museo.

Torre di Fiuzzi: su un faraglione alto circa 15 metri della scogliera di Fiuzzi, di fronte l’Isola di Dino, si erge l'omonima torre costruita nel XVI secolo, sotto il regno di Carlo V. Con altre torri costiere costituiva un sistema difensivo, di avvistamento e di comunicazione lungo la fascia costiera del regno di Napoli per difendersi dalle frequenti incursioni saracene e corsare. Era collegata con la torre di avvistamento posta sull’estremità occidentale dell’Isola di Dino e con essa comunicava in caso di pericolo. Fino al XVII secolo veniva chiamata Torre dell’Arco, poi Torre di San Ferdinando e solo verso la fine del XIX secolo le fu attribuito il nome di Torre di Fiuzzi, dalla toponomastica della località.

Castello di Praia: si trova in località Foresta, in cima ad uno sperone di fronte al mare, in posizione centrale nella baia di Fiuzzi, è conosciuto anche come Rocca di Praia o Castello Normanno. Fu costruito ai tempi di Carlo d’Angiò a difesa della costa dalle incursioni aragonesi e saracene e riadattato, nella forma che oggi si ammira, ai primi del XVII secolo. La planimetria è tipica dei castelli medievali: pianta rettangolare con due torri cilindriche angolari collegate da ampie mura e rifinite con merlature; presenta anche rifacimenti risalenti all'età Sveva. Oggi è proprietà privata e si presenta in tutto lo splendore di un tempo, perfettamente conservato nei secoli.

Fortino: una maestosa villa di colore bianco circondata da mura di cinta merlate, è ubicata nell'omonima località, su un promontorio roccioso alto 33 metri s.l.m.. Il forte difensivo del Fumarulo, più noto con il nome di Fortino, fu costruito su un’antica torre di difesa per volontà dei signori di Aieta, a difesa del litorale costiero; durante il periodo napoleonico fu ampliato e rifortificato. Una volta disarmato dal governo borbonico fu di proprietà del comune di Aieta; dai primi del '900, e per diversi anni, ha ospitato le scuole medie ed il ginnasio di Praia a Mare.

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