Papasìdero è situato su uno sperone roccioso del Monte Ciagola, a circa 200 metri sul livello del mare, il suo territorio è attraversato dal torrente Santo Nocaio e dal fiume Lao, meta degli appassionati di rafting. La presenza umana nel territorio risale alla preistoria ed è testimoniata da un importante sito archeologico: la Grotta del Romito, una delle più interessanti espressioni dell'arte rupestre del Paleolitico Superiore. Papasìdero è nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, la più grande area protetta italiana, che si estende tra le province di Cosenza, Potenza e Matera. Il centro storico presenta un impianto urbanistico tipicamente medievale, fonti storiche datano la nascita del borgo dopo l’XI secolo, le prime abitazioni furono costruite intorno ad una rocca longobarda. Con i Normanni prima e con gli Svevi successivamente, l'antica rocca fu ampliata e trasformata in castello, di pianta pressochè rettangolare e dotato di una sola torre semicircolare, era un imponente punto di raccordo di un'ampia cinta muraria, fu ampliato anche nel periodo Angioino e successivamente nel periodo Aragonese. Lo stato di conservazione del castello è stato seriamente compromesso dal sisma del 1982. Ancora visibili i resti della cinta muraria che delimitano in più punti l'attuale nucleo abitato, delle porte di accesso al borgo la "Porta del Grillo” è l'unica sopravvissuta. Faceva parte del sistema difensivo di Papasìdero anche una torretta, conosciuta come Cambio della Guardia, localizzata all'estremità sud-est dell'abitato. Non lontano dal Centro Storico vi è l’antico borgo di Avena, abbandonato in seguito al terremoto del 1982, oggi è un “paese fantasma”. Papasìdero fu territorio feudale di diverse famiglie nobiliari, come i Sanseverino, gli Alitto e gli Spinelli di Scalea, questi ultimi fino al 1806, anno in cui Napoleone Bonaparte abolì il feudalesimo. Le stradine e i vicoletti del centro storico sono spesso sostituite da scalinate in pietra, molte abitazioni hanno portali in pietra decorati con lo stemma liteo appartenente alle antiche famiglie della borghesia. Il suo toponimo sembra derivi dal nome “Pàpas Isidoros”, capo di una comunità basiliana, vista la centralità che l’antico borgo ha avuto nel territorio del Mercurion, culla del monachesimo italo-greco che ha lasciato notevoli tracce con cenobi e chiesette bizantine. Papasìdero oggi è un comune di circa 600 abitanti, detti papasiderèsi. Il martedì dopo la Pentecoste si festeggia la patrona Santa Maria di Costantinopoli, la cui statua è conservata nel Santuario incastonato nelle gole del fiume Lao. Altri solenni festeggiamenti ricorrono il 16 agosto. in onore del compatrono San Rocco.

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