Il romanzo, ambientato nel XV secolo, periodo dettato dal potere feudatario, racconta la storia di un giovane contadino che viveva in un piccolo paese dell’alto tirreno cosentino, Bombicino, sede del palazzo del barone Giovan Tommaso de Paula. Qui la gente esacerbata dai continui soprusi dei feudatari e dalla corruzione del clero, aveva bisogno di una figura che li difendesse e proprio in un eremita di Paola, Francesco, si trovò la persona giusta. Ed è proprio il giovane contadino che parte alla ricerca del frate Francesco, conosciuto dal barone come “u zirruso”, in effetti era una persona irascibile ma combatteva le ingiustizie sociali pur rispettando le gerarchie. L’autore del libro non è uno storico, anche se per la scrittura si è ampiamente documentato (vedi Bibliografia) e come riferisce nella prefazione il Prof. Giovanni Sole "il lavoro dello storico non è poi diverso da quello del romanziere. Il romanziere costruisce i personaggi attraverso l’immaginazione e fa in modo che siano vivi; lo storico, servendosi delle fonti, rende vivi i personaggi che non ci sono più". L'autore pur essendo ateo ha sempre ammirato le battaglie condotte da Frate Francesco e come lui continua a combatterle per la sua amata terra, la Calabria. (di Lorella Cirillo)

L'ultima profezia di Frate Francesco di Paola